La leggenda del lago di Pilato
Molte sono le leggende che aleggiano su queste terre misteriose, fatte di boschi fitti e montagne silenziose.
La leggenda intorno della quale si è, da sempre, nutrito l’immaginario popolare è quella del Lago di Pilato, baratro tra le due cime del monte Vettore: la Cima del Redentore e il Pizzo del Diavolo. Secondo la credenza il lago è luogo infernale e misterioso e trae origine dal perfido deicida Pilato. Egli, dopo aver fatto crocifiggere Gesù, venne scaraventato nel lago infestato di demoni da due bufali imbizzarriti.
La natura mistica e punitiva di questa leggenda fece, del lago di Pilato, meta di maghi e negromanti di cui la popolazione nursina cominciò presto ad essere diffidente. Nel XV secolo uno di questi “pellegrini satanici” finì a pezzi nel lago e a lui ne seguirono altri. Di fatto il lago è profondo soltanto 8 metri, come è stato possibile constatare nel 1990 durante una siccità talmente intensa da prosciugarne completamente i fondali. E’ indubbiamente una reliqua naturalistica, alimentata dalle nevi di cime così alte; un bacino a quota 1940, diviso in due da un piede di pietrisco, con una biologia interessantissima.
Le leggende dei Sibillini e del Lago di Pilato sono i pilastri di una credenza popolare che è venuta formandosi e consolidandosi con il passare dei secoli, fatta di misteri mai svelati e di paure mai sopite del tutto; favole a volta affascinanti a volte inquietanti da raccontare a bambini alla tremolante luce di una candela, sotto la protezione di calde coperte. E’ così che queste leggende sono arrivate fino a noi, scavalcando l’analfabetismo, la mancanza di televisioni, libri. Sono arrivate a noi nello stesso modo silenzioso e naturale con cui sono nate: semplici e contornate da un velo di mistero intramontabile.